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Il risveglio dell’energia Kundalini: l’esperienza di Potenza Picena

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Un gruppo di persone, un unico desiderio: gioire insieme dello yoga, dell’unione, ovvero di quella integrazione spontanea che nasce dal risveglio dell’energia Kundalini che risiede nell’osso sacro di ogni essere umano.

Con questa premessa, il gruppo dei nuovi yogis delle Marche si sono incontrati sabato 25 e domenica 26 Aprile presso Potenza Picena (AN) per un seminario di approfondimento su Sahaja Yoga.

Una due giorni non solo di meditazione, ma anche di workshop sulle tecniche di pulizia per riequilibrare l’energia che regola il funzionamento del sistema simpatico e parasimpatico del nostro corpo, musica, buon cibo, allegria e condivisione delle proprie esperienze.

Un modo per conoscere e conoscersi, per sperimentare l’integrazione sia con il proprio io interiore che con gli altri, in maniera dolce, spontanea, innata.

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Le testimonianze dei partecipanti

Sofia: “Ci siamo trovati sabato mattina di buonora, un po’ intimiditi ma carichi di aspettative per questo evento sulla meditazione; aspettative che non sono state disattese. Abbiamo subito rotto il ghiaccio con una profonda meditazione guidata e accompagnata da un’orchestra acustica che improvvisava una melodia sulla base di un raga indiano e abbiamo potuto sperimentare la pace e il silenzio interiore”.

Giuliano: “Domenica sera, al momento dei saluti, ci ha sorpreso una sorta di malinconia: non volevamo lasciare questo luogo, testimone di questo evento, ma soprattutto quei visi luminosi e sorridenti a cui ormai ci sentiamo legati come a dei fratelli”.

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I benefici della meditazione Sahaja Yoga per i bambini in Thailandia

In Thailandia, i bambini in molte scuole stanno sperimentando la meditazione di Sahaja Yoga come parte delle loro attività scolastica quotidiana, grazie alla cooperazione tra i volontari di Sahaja Yoga e gli insegnanti della scuola.
Nel 2007, il preside di una scuola in Sukhothai, antica capitale della parte settentrionale della Thailandia, ha notato problemi legati di salute e di comportamento dei bambini (stress, mal di testa, dolori addominali, depressione, rabbia, aggressività, maleducazione e pigrizia).

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Alcuni studenti marinavano la scuola non alzandosi dal letto o non riuscivano a fare i compiti e mostravano svogliatezza a tutti gli eventi scolastici.

Questo potrebbe essere in parte dovuto al fatto che molti genitori nella zona rurale non sono più a casa con i loro figli. I cambiamenti economici hanno forzato molti genitori a trasferirsi a Bangkok, la capitale, o ad altre grandi città per trovare lavoro, lasciando così a casa i loro figli con i nonni .

Cercando di migliorare la situazione, la scuola ha introdotto un corso di 12 settimane di meditazione Sahaja Yoga per 140 bambini nelle classi 4°, 5° e 6°.
Il programma include 3 ore settimanali e una meditazione quotidiana di 15 minuti da fare a casa. Nella prima settimana del programma, ai bambini è stato chiesto di compilare il questionario SCL-90 (sintomi Checklist 90) , un test di autovalutazione psichiatrica usato negli ospedali. Dopo, i bambini hanno seguito il corso di Sahaja Yoga riportando i loro sentimenti prima, durante e dopo la loro meditazione quotidiana. Alla fine del programma di 12 settimane, ai bambini è stato chiesto di ripetere lo stesso questionario. Confrontando con il primo test, i risultati hanno mostrato un significativo miglioramento del benessere generale e mentale dei bambini, ed in particolare, significative riduzioni di ansia e depressione.

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Alla fine del corso, i genitori (in realtà, per lo più nonni) di questi bambini hanno partecipato ad un colloquio che ha mostrato un grosso miglioramento della disciplina dei bambini e del loro comportamento morale ed etico. In particolare, i bambini hanno mostrato più compassione per i loro amici, generosità ed oculatezza nelle spese.

Lo studio dalla dottoressa Chittavikul [1] ha contribuito a dare la conferma scientifica dei benefici della meditazione di Sahaja Yoga per i bambini in età scolare.
Dal 2007, altre scuole in Thailandia hanno adottato la meditazione di Sahaja Yoga nelle attività quotidiane scolastiche.

[1] D. Chittavikul, Program of Sahaja Yoga Meditation and It’s Effects on Mental Health – Moral and Ethical Behavior of Primary Students Grade 4-5-6. Journal of Community Development Research, Vol 1, No 2 (2007).

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Consigli per meditare la sera

La sera, generalmente, si ha più tempo da dedicare alla meditazione, pertanto prima della meditazione vera e propria è propedeutico effettuare una pulizia sottile attraverso il pediluvio. Il pediluvio è uno di quei rimedi “della nonna” utili per scaricare tutte le tensioni e le pesantezze della giornata; è un vero toccasana soprattutto dopo una giornata stressante o se si è molto stanchi. L’elemento acqua unito al sale ha la capacità di attrarre le pesantezze liberando il nostro sistema energetico.

Prima della meditazione, si accende una candela davanti alla foto di Shri Mataji, ci si alza la Kundalini e ci si dà i sette bandhan e si procede con il pediluvio per circa 8-10 minuti. Dopo aver buttato l’acqua del pediluvio nel wc, ci si può sedere a terra a gambe incrociate o su una sedia, se più comodi, ed iniziare a meditare con l’ausilio della musica.

Cerchiamo di rilassarci, facendo qualche respiro profondo, interiorizziamo l’attenzione e cerchiamo di entrare in consapevolezza senza pensieri.

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Shri Mataji consiglia: “…Allo stesso modo arrivano le vibrazioni: sono irradiate. Quel che voi dovete fare è esporvi alle vibrazioni; il modo migliore è non fare sforzi. Voi, quindi, non vi dovete preoccupare di ciò che dovete fare o di quali mantra dovete dire. In meditazione non dovete fare sforzi, dovete esporvi completamente e, in quel momento essere assolutamente senza pensieri.”

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La meditazione appena svegli

Consigli di Shri Mataji per la meditazione appena svegli

Al mattino, alzatevi presto, bevete un tè, non parlate, sedetevi e meditate. Se siete abbastanza sensibili vi accorgerete che, svegliandovi presto al mattino, dimostrerete almeno 10 anni in meno.

In meditazione, cercate di fermare i pensieri. Guardate la mia foto con gli occhi aperti e così arresterete i pensieri. Potreste recitare il mantra di Shri Ganesha, recitate il Padre Nostro e poi dite: ‘Io perdono’. A questo punto siete in consapevolezza senza pensieri.

Ora meditate. Finché pensieri tipo ‘Devo bere il tè’ o ‘Cosa devo fare adesso?’ passano per la mente non si medita. Innanzitutto dovete andare in consapevolezza senza pensieri poiché la crescita spirituale inizia solo da quel momento, non prima.

La prima cosa da fare è quindi stabilizzare la vostra consapevolezza senza pensieri. Potrete anche avvertire, qua e là, qualche blocco ai chakra, non badateci, semplicemente dimenticatelo.

A quel punto comincia la vostra resa. Se vi viene qualche pensiero o se sentite qualche blocco in qualche chakra, semplicemente arrendetelo dicendo ‘Madre lo arrendo a te’ e vedrete che i chakra si puliranno. Vi renderete conto che la maggior parte dei vostri chakra si pulirà con la meditazione.

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Una conferenza sull’educazione femminile

Se sei interessato al tema dell’educazione di donne e ragazze, partecipa alla conferenza “L’era della Grande Madre. L’energia femminile che educa”, che si terrà martedì 17 marzo 2015 alle 15.00 a Milano.

L’evento si svolgerà nell’Ufficio d’Informazione del Parlamento Europeo di Milano, in Corso Magenta 59.

L’iniziativa è promossa dall’Associazione “Vishwa Nirmala Dharma” in collaborazione con l’Associazione “La Cultura della Madre”.

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La meditazione come pratica quotidiana

La meditazione: una pratica quotidiana che migliora la qualità della vita

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La meditazione quotidiana è la base per la crescita spirituale in Sahaja Yoga: il risveglio giornaliero della Kundalini, infatti, agevola il fluire di energia sempre nuova nel nostro sistema sottile.

Dedicarle 15 minuti alla mattina e alla sera sembra un’impresa ardua e difficile, ma sperimentare il fatto che meditare appena svegli doni equilibrio, metta in pace con il mondo e dia nuova carica per affrontare la giornata, renderà quei 15 minuti tanto preziosi che, spontaneamente, non ne potremo più fare a meno.

La sera, al rientro dal lavoro, ci si sente stanchi, spossati a volte totalmente scarichi e privi di energia: prendere del tempo per noi stessi, per scaricare le tensioni accumulate, permette di ricaricarsi di nuova vitalità.

Percepire i reali benefici della meditazione dipende dal nostro desiderio ma soprattutto dalla nostra costanza: la nostra energia interiore lavora piano, dolcemente, senza strappi e senza traumi. Ci libera dallo stress, dai condizionamenti, dal pessimismo, dalla mancanza di autostima e dona pace, serenità ed equilibrio. È per questo che è importante meditare tutti i giorni, mattina e sera: tutto quello che dobbiamo fare, quindi, è avere un po’ di disciplina e lasciare che la Kundalini lavori su di noi.

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I canali energetici: canale sinistro

Lo schema del nostro corpo sottile coincide, fino ad essere quasi sovrapponibile, con quello del sistema nervoso studiato dalla medicina occidentale. Si contano, infatti, tre canali di energia – il sinistro, il destro e il centrale – che corrispondono, in sostanza, ai tre aspetti del sistema nervoso autonomo: i sistemi simpatici (che reagiscono agli impulsi esterni) di sinistra e destra, e il sistema parasimpatico (che regola attività spontanee quali, ad esempio, la respirazione).

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Analizzeremo ora, schematicamente, le principali caratteristiche dei canali energetici e le tecniche che abbiamo a disposizione per mantenerli in equilibrio.

Il canale sinistro è il canale energetico emotivo, lunare, femminile, rivolto al passato, quello che nel Tao è chiamato Yin e nella tradizione yogica il Tamo Guna. Esso parte dal Mooladhara (letteralmente “supporto della radice”), centro fondamentale e sede della nostra innocenza, e arriva al Superego, dove si accumulano ricordi e condizionamenti.

Se la nostra attenzione indugia troppo sul canale sinistro si crea uno squilibrio energetico che crea ripercussioni evidenti sulla nostra personalità: diveniamo letargici, malinconici, insicuri, tendenti alla depressione, all’inerzia e all’inazione. Tali debolezze caratteriali ci inducono a comportamenti compulsivi, i cosiddetti “vizi”, ai quali ci dedichiamo pur sapendo che sono dannosi per la nostra salute (esempio più comune è il fumo). Questa contraddizione tra desiderio e azione genera il circolo vizioso dei sensi di colpa.

Quando, al contrario, il canale sinistro è in condizioni ottimali percepiamo una sottile gioia d’esistere, un’amorevolezza spontanea e distaccata per tutti, che si traduce in generosità: in particolare, la nostra innocenza ci conferisce una serena autostima.

Dal punta di vista degli elementi, il lato sinistro corrisponde all’acqua. Non a caso, quando eccediamo nell’energia e negli atteggiamenti di lato sinistro l’acqua trabocca letteralmente dal nostro corpo, sotto forma di lacrime. Essendo il canale umido (acqua) e buio (Luna), il lato sinistro trova conforto ed equilibrio nel fuoco. Esso illumina l’oscurità e brucia le energie in eccesso: consigliamo, però, di utilizzarlo solo sul lato sinistro, poiché il lato destro è già energeticamente collegato al fuoco, e ha quindi bisogno dell’acqua per equilibrarsi.

Dunque è sufficiente, durante la nostra meditazione, utilizzare la fiamma di una candela e passarla lungo il canale sinistro. Ricordiamo di incrociare all’altezza del chiasma ottico (la nostra fronte) dove i canali si incontrano, fino a raggiungere la  tempia sinistra, sede del Superego. Qualora percepissimo sulle nostre mani dei blocchi distinti collegati a singoli chakra, possiamo direttamente “lavorare” su quel centro energetico facendo ruotare in senso orario la fiamma della candela all’altezza del chakra corrispondente. In questo modo, oltre a bruciare le energie pesanti in eccesso, accompagniamo la Kundalini nel riportare il chakra alla corretta direzione e velocità.

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Sahaja Yoga a Bergamo, con il Realisation Day!

Se abiti a Bergamo e desideri avvicinarti a Sahaja Yoga e al suo metodo, puoi partecipare al Realisation Day: un’occasione di incontro e meditazione aperta a tutti, che si terrà nella giornata di domenica 21 dicembre 2014.

I partecipanti avranno a disposizione una sala nel centro città, nella quale si svolgeranno 3 programmi pubblici:

  • il primo alle ore 11.00;
  • il secondo alle ore 15.00;
  • il terzo alle ore 17.30.

Ciascuno di questi programmi consisterà in sessioni di meditazione della Realizzazione, spiegazioni del significato profondo dello Yoga, momenti di lavoro vibratorio su chi è nuovo alle pratiche Sahaja Yoga, e una proiezione del video “La Grande Madre”. Infine, verranno eseguiti alcuni bhajans, canti devozionali che permetteranno di sentire il Silenzio Interiore.

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Sede del Realisation Day sarà il Centro Studi e Documentazione “La Porta”, in viale Papa Giovanni XXIII, 30, a Bergamo.

A seguito dell’evento inizierà una serie di incontri settimanali di meditazione a Bergamo, città in cui fino ad ora Sahaja Yoga non era ancora arrivato.

Vi aspettiamo numerosi per il Realisation Day!

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Meditazione contro la tensione

Ogni volta che dobbiamo affrontare una prova importante o una situazione difficile o anche, semplicemente, tutte le mattine prima di proiettarci nel ritmo accelerato della vita lavorativa o di studio, che ci mette quotidianamente di fronte a piccole e grandi responsabilità e situazioni più o meno delicate, questa meditazione può tornarci utile per liberarci da tutte le preoccupazioni e le angosce che ci tormentano a causa del futuro imminente ed iniziare così la giornata “attaccando la spina”, connettendoci cioè con quell’energia inesauribile, che ricaricandoci ci permette al contempo di sentirci rilassati ma dinamici, senza pensieri ma perfettamente lucidi e consapevoli, in modo tale che il “cogliere l’attimo” diventi il nostro stato normale, in cui percepiamo la “magia” e la bellezza della realtà cosi com’è, in un eterno presente.

L’energia che ha un potere straordinario e rende possibile tutto ciò, risiede nell’osso sacro di ogni essere umano, avvolta in tre spire e mezza ed è chiamata in sanscrito “Kundalini“. Quest’energia, come una madre si prende cura dei nostri centri energetici, i chakra, da cui deriva il nostro benessere fisico, mentale, emotivo e spirituale. Non appena attivata, grazie a questa semplice tecnica messa a punto da Shri Mataji Nirmala Devi, essa ci riporta, in modo spontaneo e graduale, ad uno stato di equilibrio e di serenità, senza richiedere sforzi di concentrazione o complessi esercizi ginnici, né alcuna forma di visualizzazione particolare.

Meditazione Sahaja Yoga

Sediamoci comodamente di fronte allo schermo, con i palmi delle mani aperti verso l’alto, sulle ginocchia, in posizione recettiva, chiudiamo gli occhi ed entriamo in meditazione, mettiamo cioè, per qualche minuto, la nostra attenzione dentro di noi, dimentichiamoci di tutto il resto…

Portiamo dapprima tutte e due le mani a terra o, se stiamo su una sedia, poniamo le dita rivolte verso la Madre terra, lasciando le braccia penzolanti lungo i fianchi, senza rigidità. Cerchiamo di stabilire un rapporto con essa, come se fosse un essere vivente, diciamo quindi: “Madre terra, io affido a te tutte le mie tensioni, tutte le mie pesantezze, rendimi per favore leggero… per favore porta via tutto ciò che mi opprime e che non mi permette di gioire”. 

Ora facciamo un bel respiro, tratteniamo il fiato per qualche secondo e poi buttiamo fuori tutta l’aria… restiamo quindi qualche istante senza fiato e poi respiriamo nuovamente…facciamolo qualche volta e poi tornando al respiro naturale proviamo a sentire il nostro amore per la Madre terra: “Madre, io ti ringrazio per il fatto che tu assorba tutto ciò che in me è negativo e nello stesso tempo ci doni i tuoi frutti, i fiori e la vegetazione, che riposa il mio sguardo ed ossigena il mio pensiero.

Meditazione Sahaja YogaAdesso torniamo con le mani sulle ginocchia e posizioniamo la mano sinistra sull’inguine destro, nel chakra dello Swadisthana e rivolgendoci all’energia Kundalini nel suo aspetto materno diciamo: “Madre, per favore purifica la mia attenzione, affido a te tutta la mia rabbia, tutta la mia aggressività e tutte le mie preoccupazioni…per favore rinfresca il mio fegato, assorbi tutto il mio calore. In questo modo tutta l’iperattività dovuta ai nostri pensieri, che inevitabilmente coinvolge i nostri organi interni, si placa e dal nostro essere sgorga una nuova freschezza, una nuova calma che accompagnata dalla Kundalini si fa strada progressivamente tra i nostri chakra irradiandoli di un nuovo vigore.

Meditazione Sahaja Yoga

Poi ritorniamo nella posizione iniziale, con le mani aperte sulle ginocchia e mettiamo la mano destra sulla pancia, a sinistra, sotto le costole. Qui risiede il nostro principio del “maestro interiore”, quando questa qualità viene messa alla prova, in vista di un evento importante, quale può essere un esame, un colloquio di lavoro, una prestazione sportiva o qualsiasi altro fatto che richieda un particolare coinvolgimento, è essenziale identificarci con la nostra maestà che è pronta ad esprimersi in tutta la sua grandezza, diciamo quindi, per 10 volte: “Madre, io sono il maestro di me stesso. Sentiamo che a poco a poco la soddisfazione ed una nuova pace fluiscono in noi come un ruscello, la cui sorgente è proprio nel nostro Nabhi chakra, all’altezza dell’ombelico, chiediamo quindi: “Madre, donami la pace, donami la soddisfazione“, e diventiamo uno con questo flusso, lasciamo scorrere i nostri pensieri…se fuori c’è la tempesta noi non ce ne curiamo, lo specchio del nostro lago interiore è calmo, senza increspature e riflette il nostro Sé, abbeveriamoci a questa limpida fonte e dissetiamoci finalmente.

Sahaja Yoga MeditazioneOra portiamo la mano destra sul cuore, siamo giunti alla meta, abbiamo raggiunto lo spirito, identifichiamoci completamente con esso, pronunciamo per 12 volte: “Madre, io sono lo spirito.” Sentiamo come queste parole agiscano sul nostro cuore, che letteralmente si apre, e in egual misura anche noi ci apriamo alla luce di questa nuova realtà, la nostra essenza è questa, tutto il resto perde di importanza, il velo dell’illusione scompare e la beatitudine pervade tutto il nostro essere.

Spostiamo la mano destra al centro del petto, in questa zona risiede la nostra Madre interiore, che ci protegge da tutti gli attacchi esterni e ci avvolge nel suo rifugio sicuro, infondendoci la sua stessa forza, sentiamo come la Kundalini, ascendendo in questo punto distrugga tutte le nostre negatività, tutte le nostre insicurezze, pronunciamo quindi: “Madre, donami la sicurezza in me stesso, vieni nel mio cuore e distruggi tutte le mie paure, tutte le mie angosce in quanto esse non esistono“, il nostro spirito in effetti è indistruttibile ed eterno, esso è il riflesso di Dio in noi e quando diveniamo uno con il nostro Sé nulla ci può più turbare, ci ancoriamo saldamente a questa verità per affrontare tutte le tempeste scatenate dal nostro ego e dai nostri condizionamenti ed uscirne vincitori.

Meditazione Sahaja YogaPortiamo quindi la mano sulla fronte, abbandoniamo completamente la testa alla mano che la sorregge e semplicemente diciamo: “Madre, io perdono tutto, perdono tutti e perdono anche me stesso, perdono tutto il mio passato e tutto il mio futuro“. Testimoniamo l’evidenza che i nostri pensieri, che vengono dal passato e dal futuro svaniscono, perdono di importanza e come delle nuvole si diradano, con la stessa semplicità di un bambino che allontana le ciocche dei suoi capelli dalla fronte anche noi ci massaggiamo le tempie e offriamo alla madre terra il nostro ego che ci proiettava verso il futuro ed il nostro super ego che ci tormentava come passato.

Meditazione Sahaja YogaMettiamo infine la mano sull’osso della fontanella, facciamo sette massaggi su di essa in senso orario e chiediamo con tutto il nostro desiderio alla Kundalini o direttamente a Shri Mataji: “Madre, per favore donami lo Yoga, l’unione con la natura, con il Tutto, concedimi il presente…fa che io possa percepirmi come parte dell’universoLasciamo la mano ferma, ancora per qualche istante qui sul Sahasrara chakra, siamo giunti nel giardino dove risiede il fiore di loto dai mille petali, ringraziamo per poter essere arrivati qui, in questa meta agognata da tanti ricercatori della verità in tutte le epoche, con tutti i mezzi, sforzi e sofferenze e raggiunta da pochi… ora è avvenuto lo yoga spontaneo, l’illuminazione, siamo stati condotti con mano sapiente al di là della mente…
Torniamo ora nella posizione iniziale e con i palmi aperti restiamo ad assorbire l’ambrosia, queste vibrazioni fresche che come dei raggi di sole entrano in noi e noi entriamo in loro in questo circolo senza fine, in questa storia d’amore cosmico.

Articolo tratto da: http://benvenutiinparadiso.wordpress.com/

 

 

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Esiste una realtà oggettiva?

L’arte e la sua universalità ci portano inevitabilmente di fronte al grande dilemma: esiste una realtà oggettiva che tutti possono sperimentare allo stesso modo? Esiste un qualcosa in grado di fare breccia nelle categorie del gusto personale e delle variegate opinioni, squarciando la rete della soggettività che ci imbriglia in un mondo dove il reale ed il vero sono frammentati in miliardi di pietruzze, ciascuna capace di riflettere solamente l’ego del singolo che la forgia secondo la propria vaga impressione?

Certo, il progresso umano ci ha consentito di formare la nostra personalità in un mondo ricco di stimoli, di percezioni sensoriali, di correnti di pensiero tra le più disparate, dal villaggio al “villaggio globale”, dove ognuno di noi, cosa impensabile fino a poco tempo fa, può aver vissuto migliaia di vite, dall’impiegato all’imprenditore, dal giudice al ladro, dalla vittima al killer, dalla formica al dinosauro. Gli orizzonti si sono allargati creando mondi esponenziali, ognuno perfetto nella propria logica, ognuno logico nella propria perfezione, l’uomo è veramente all’apice della propria evoluzione.

Yoga meditazione e realtà oggettiva

Ma in questa proliferazione dei segni che rimandano a mille punti di vista differenti, a mille verità, come ci si sente? Perché proprio in quest’epoca si registra una maggiore insofferenza nel vivere, in uno scenario dai contorni sempre più indefiniti con prospettive sempre più incerte e legami sempre più inconsistenti con il “tutto”?

Perché al giorno d’oggi ci scontriamo con l’insorgere di certe nuove malattie psicosomatiche, come lo stress o la depressione?

Perché, ora più di sempre, sentiamo parlare di atroci delitti, o di folli suicidi, dove la pazzia raggiunge apici mai sfiorati?

È lecito quindi domandarsi:”Ma allora non si sta così bene? Perché, nonostante io abbia quasi tutto, sono spesso insoddisfatto? Chi sono io? Esiste un modo per essere felici?”

Il pregio del nostro secolo sta proprio nell’aver predisposto milioni di individui ad una ricerca, esteriore ed interiore, della fonte che possa placare la sete di conoscenza e soprattutto di pace che arde in noi, esseri tormentati dai dubbi e alleviati dai sogni.

Il sogno che mi ha consentito di rinascere e che mi permetto di raccontare è quello che mi è capitato alcuni anni fa.
– “Andrea, ho trovato un corso di yoga vicino al Colosseo, perché non vieni a provarlo martedì?”
– “Si sarebbe bello, anche se io ho la mia strada personale, poi ho un impegno…non so se faccio in tempo…”
– “Come vuoi, comunque ho letto sul volantino che è anche gratis.”
– “Ah, strano, io ho fatto due sedute qualche mese fa da un tale ed ho pagato 100 euro a prestazione…vabbè se faccio in tempo vengo, sai mi devo vedere con la mia ragazza…”
Il martedì, dopo una corsa nel traffico, arrivo, ovviamente in ritardo, in una sala accogliente a lezione già iniziata e mi accomodo tra altre persone, di età eterogenea che, con le mani aperte sulle ginocchia, i palmi rivolti verso l’alto sono già in “meditazione”. Intanto un signore dall’aria simpatica ci introduce le caratteristiche di questo tipo di yoga: “Sahaja Yoga“.

-“Sahaja yoga, è un termine sanscrito: “sahaja” significa “spontaneo”, “yoga” vuol dire “unione con il Tutto”; attraverso una semplice meditazione permetteremo alla nostra energia interiore, chiamata “kundalini” , di risvegliarsi nell’osso sacro e di raggiungere, passando per i nostri plessi energetici principali, i “chakra”, l’osso della fontanella e donarci così l’unione con la natura, con l’assoluto, sperimentando il presente in una consapevolezza senza pensieri….”
In me si sono affollate centinaia di domande e …

– “…Prima di rispondere alle questioni legittime che sicuramente affiorano alla vostra mente, vi chiediamo di provare a stare cinque minuti con le mani aperte, gli occhi chiusi e per questo lasso di tempo non reagire, non giudicare prima del tempo l’esperienza che state per compiere ma semplicemente, come degli scienziati, sperimentate e testimoniate quello che sta succedendo dentro di voi durante questa meditazione messa a punto da Shri Mataji Nirmala Devi

Tenete la mano sinistra con i palmi aperti verso l’alto, sul ginocchio, e mettete la mano destra sul cuore…fate un bel respiro e poi buttate fuori tutta l’aria che avete dentro, per qualche volta.

Ora identifichiamoci con la nostra pare più profonda, quella che è connessa alla nostra capacità di provare gioia, il nostro Sé, e dentro di noi consideriamo questa energia kundalini come se fosse un essere vivente, la nostra madre interiore. Pronunciamo dentro di noi la frase: “Madre, io sono lo Spirito”.

Adesso mettiamo la mano destra sulla fronte, l’altra mano è sempre ben aperta sul ginocchio, e in questo punto abbandoniamo il peso della nostra testa, dei nostri pensieri, e diciamo dentro di noi: “Madre Kundalini, io perdono tutto e tutti, perdono anche me stesso”. Diciamolo alcune volte e ora passiamo all’ultimo punto: facciamo una leggera pressione con la mano destra sull’osso della fontanella ed operiamo un massaggio in senso orario, per alcuni secondi , e ora con tutto il desiderio diciamo: “Madre, per favore, donami lo yoga, fammi raggiungere l’unione con il Tutto, con la natura, con l’assoluto.”

Ora torniamo con entrambe le mani con i palmi aperti verso l’alto sulle ginocchia e, sempre con gli occhi chiusi, testimoniamo quello che avviene dentro di noi e, come un bambino che scorto un raggio di sole si precipita alla finestra per immergersi nei suoi raggi, restiamo in contemplazione, assorbiamo e facciamoci assorbire nell’abbraccio con la nostra Madre.
Adesso portiamo la mano destra alcuni centimetri al di sopra dell’osso della fontanella, con il palmo verso il basso, e verifichiamo cosa percepiamo su di essa…proviamo anche con l’altra e poi anche con le mani sollevate un poco sopra le ginocchia, sempre con i palmi verso l’alto e…”

Apro gli occhi, non so bene quello che è successo, ma mi sento diverso, qualcosa è cambiato.
Torno a casa, ceno, poi scendo nel giardino condominiale per portare a spasso il cane ed arrivato lì …non sono passate neanche due ore ed improvvisamente vengo colto da un barlume: ora, se ripenso al viaggio di ritorno, alla cena con i miei, alla passeggiata con il cane… il tempo è passato diversamente, è come se in quei momenti io fossi stato, forse per la prima volta, veramente lì con tutto me stesso.

È stato come se in quegli istanti il continuo rumorio dei pensieri che solitamente mi conducono al passato o mi preoccupano per il futuro si fosse attutito, lasciando lo spazio al presente, alla leggerezza che è propria della realtà così com’è, non appesantita dal nostro mentale. Mi sono sentito come quando da piccolo, dopo una scalata in collina si arrivava alla vetta e si restava senza fiato nella visone del panorama, quel momento l’ho sempre assimilato alla sensazione di felicità.

E ora, a pensarci bene, dov’è finito quel senso di insoddisfazione quasi continuo che si alternava a quei pochi sprazzi di momentanea euforia che hanno caratterizzato fin ora la mia pur giovane esistenza? Possibile che quello che ci affanniamo da sempre a cercare sia già dentro di noi e sia sufficiente a regalarci una vita piena di gioia e serena armonia, al di la degli stimoli esterni?

Possibile che la pace e la soddisfazione siano in realtà qualità presenti in ogni essere umano, che attraverso quest’energia Kundalini può ritrovare in modo semplice e spontaneo?

Possibile che Socrate con la celebre frase: “Conosci te stesso” volesse riferirsi proprio al fatto che, una volta che l’uomo abbia capito e toccato con mano il proprio universo interiore, potrà esprimere questa pienezza anche all’esterno e fondersi con l’intero universo?

Possibile che questo sogno che mi ha permesso di rinascere sia solamente un sogno?

O è realtà?

Articolo tratto da: http://benvenutiinparadiso.wordpress.com/