Ogni volta che dobbiamo affrontare una prova importante o una situazione difficile o anche, semplicemente, tutte le mattine prima di proiettarci nel ritmo accelerato della vita lavorativa o di studio, che ci mette quotidianamente di fronte a piccole e grandi responsabilità e situazioni più o meno delicate, questa meditazione può tornarci utile per liberarci da tutte le preoccupazioni e le angosce che ci tormentano a causa del futuro imminente ed iniziare così la giornata “attaccando la spina”, connettendoci cioè con quell’energia inesauribile, che ricaricandoci ci permette al contempo di sentirci rilassati ma dinamici, senza pensieri ma perfettamente lucidi e consapevoli, in modo tale che il “cogliere l’attimo” diventi il nostro stato normale, in cui percepiamo la “magia” e la bellezza della realtà cosi com’è, in un eterno presente.
L’energia che ha un potere straordinario e rende possibile tutto ciò, risiede nell’osso sacro di ogni essere umano, avvolta in tre spire e mezza ed è chiamata in sanscrito “Kundalini“. Quest’energia, come una madre si prende cura dei nostri centri energetici, i chakra, da cui deriva il nostro benessere fisico, mentale, emotivo e spirituale. Non appena attivata, grazie a questa semplice tecnica messa a punto da Shri Mataji Nirmala Devi, essa ci riporta, in modo spontaneo e graduale, ad uno stato di equilibrio e di serenità, senza richiedere sforzi di concentrazione o complessi esercizi ginnici, né alcuna forma di visualizzazione particolare.
Sediamoci comodamente di fronte allo schermo, con i palmi delle mani aperti verso l’alto, sulle ginocchia, in posizione recettiva, chiudiamo gli occhi ed entriamo in meditazione, mettiamo cioè, per qualche minuto, la nostra attenzione dentro di noi, dimentichiamoci di tutto il resto…
Portiamo dapprima tutte e due le mani a terra o, se stiamo su una sedia, poniamo le dita rivolte verso la Madre terra, lasciando le braccia penzolanti lungo i fianchi, senza rigidità. Cerchiamo di stabilire un rapporto con essa, come se fosse un essere vivente, diciamo quindi: “Madre terra, io affido a te tutte le mie tensioni, tutte le mie pesantezze, rendimi per favore leggero… per favore porta via tutto ciò che mi opprime e che non mi permette di gioire”.
Ora facciamo un bel respiro, tratteniamo il fiato per qualche secondo e poi buttiamo fuori tutta l’aria… restiamo quindi qualche istante senza fiato e poi respiriamo nuovamente…facciamolo qualche volta e poi tornando al respiro naturale proviamo a sentire il nostro amore per la Madre terra: “Madre, io ti ringrazio per il fatto che tu assorba tutto ciò che in me è negativo e nello stesso tempo ci doni i tuoi frutti, i fiori e la vegetazione, che riposa il mio sguardo ed ossigena il mio pensiero“.
Adesso torniamo con le mani sulle ginocchia e posizioniamo la mano sinistra sull’inguine destro, nel chakra dello Swadisthana e rivolgendoci all’energia Kundalini nel suo aspetto materno diciamo: “Madre, per favore purifica la mia attenzione, affido a te tutta la mia rabbia, tutta la mia aggressività e tutte le mie preoccupazioni…per favore rinfresca il mio fegato, assorbi tutto il mio calore“. In questo modo tutta l’iperattività dovuta ai nostri pensieri, che inevitabilmente coinvolge i nostri organi interni, si placa e dal nostro essere sgorga una nuova freschezza, una nuova calma che accompagnata dalla Kundalini si fa strada progressivamente tra i nostri chakra irradiandoli di un nuovo vigore.
Poi ritorniamo nella posizione iniziale, con le mani aperte sulle ginocchia e mettiamo la mano destra sulla pancia, a sinistra, sotto le costole. Qui risiede il nostro principio del “maestro interiore”, quando questa qualità viene messa alla prova, in vista di un evento importante, quale può essere un esame, un colloquio di lavoro, una prestazione sportiva o qualsiasi altro fatto che richieda un particolare coinvolgimento, è essenziale identificarci con la nostra maestà che è pronta ad esprimersi in tutta la sua grandezza, diciamo quindi, per 10 volte: “Madre, io sono il maestro di me stesso“. Sentiamo che a poco a poco la soddisfazione ed una nuova pace fluiscono in noi come un ruscello, la cui sorgente è proprio nel nostro Nabhi chakra, all’altezza dell’ombelico, chiediamo quindi: “Madre, donami la pace, donami la soddisfazione“, e diventiamo uno con questo flusso, lasciamo scorrere i nostri pensieri…se fuori c’è la tempesta noi non ce ne curiamo, lo specchio del nostro lago interiore è calmo, senza increspature e riflette il nostro Sé, abbeveriamoci a questa limpida fonte e dissetiamoci finalmente.
Ora portiamo la mano destra sul cuore, siamo giunti alla meta, abbiamo raggiunto lo spirito, identifichiamoci completamente con esso, pronunciamo per 12 volte: “Madre, io sono lo spirito.” Sentiamo come queste parole agiscano sul nostro cuore, che letteralmente si apre, e in egual misura anche noi ci apriamo alla luce di questa nuova realtà, la nostra essenza è questa, tutto il resto perde di importanza, il velo dell’illusione scompare e la beatitudine pervade tutto il nostro essere.
Spostiamo la mano destra al centro del petto, in questa zona risiede la nostra Madre interiore, che ci protegge da tutti gli attacchi esterni e ci avvolge nel suo rifugio sicuro, infondendoci la sua stessa forza, sentiamo come la Kundalini, ascendendo in questo punto distrugga tutte le nostre negatività, tutte le nostre insicurezze, pronunciamo quindi: “Madre, donami la sicurezza in me stesso, vieni nel mio cuore e distruggi tutte le mie paure, tutte le mie angosce in quanto esse non esistono“, il nostro spirito in effetti è indistruttibile ed eterno, esso è il riflesso di Dio in noi e quando diveniamo uno con il nostro Sé nulla ci può più turbare, ci ancoriamo saldamente a questa verità per affrontare tutte le tempeste scatenate dal nostro ego e dai nostri condizionamenti ed uscirne vincitori.
Portiamo quindi la mano sulla fronte, abbandoniamo completamente la testa alla mano che la sorregge e semplicemente diciamo: “Madre, io perdono tutto, perdono tutti e perdono anche me stesso, perdono tutto il mio passato e tutto il mio futuro“. Testimoniamo l’evidenza che i nostri pensieri, che vengono dal passato e dal futuro svaniscono, perdono di importanza e come delle nuvole si diradano, con la stessa semplicità di un bambino che allontana le ciocche dei suoi capelli dalla fronte anche noi ci massaggiamo le tempie e offriamo alla madre terra il nostro ego che ci proiettava verso il futuro ed il nostro super ego che ci tormentava come passato.
Mettiamo infine la mano sull’osso della fontanella, facciamo sette massaggi su di essa in senso orario e chiediamo con tutto il nostro desiderio alla Kundalini o direttamente a Shri Mataji: “Madre, per favore donami lo Yoga, l’unione con la natura, con il Tutto, concedimi il presente…fa che io possa percepirmi come parte dell’universo“. Lasciamo la mano ferma, ancora per qualche istante qui sul Sahasrara chakra, siamo giunti nel giardino dove risiede il fiore di loto dai mille petali, ringraziamo per poter essere arrivati qui, in questa meta agognata da tanti ricercatori della verità in tutte le epoche, con tutti i mezzi, sforzi e sofferenze e raggiunta da pochi… ora è avvenuto lo yoga spontaneo, l’illuminazione, siamo stati condotti con mano sapiente al di là della mente…
Torniamo ora nella posizione iniziale e con i palmi aperti restiamo ad assorbire l’ambrosia, queste vibrazioni fresche che come dei raggi di sole entrano in noi e noi entriamo in loro in questo circolo senza fine, in questa storia d’amore cosmico.
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Articolo tratto da: http://benvenutiinparadiso.wordpress.com/